L'operatore italiano della croce rossa rapito 6 mesi fà nelle filippine, è finalmente libero.
La sua odissea inizia a febbraio, quando insieme ad altri 2 operatori della croce rossa, quest'ultimi liberati in aprile, vennero rapiti sull'isola di Jolo, nelle Fippine, dal commando armato di ribelli islamici conosciuto col nome di Abu Sayyaf . A dare la notizia della liberazone è sto il ministro degli esteri Franco Frattini.
"C'erano volte che ero così spaventato"..."già vedevo la mia testa decapitata in una cesta". Queste sono le parole di Vagni rilasciate ad una televisione filippina durante il volo aereo.
"Ti da un po' di forza sapere che la tua famiglia ti sta aspettando, è normale che a volte si perda la speranza, sopravvivere diventa tutto".
Continua Eugenio nel servizio mandato in ona da SkyTg24.
Raccota di quei terribili 178 giorni, "Hanno minacciato di decapitarmi" racconta Vagni, ancora incredulo di essere vivo e libero. Ma allo stesso tempo ammette di essere stato trattato bene, nonostante tutto, dai suoi rapitori che lo hanno curato quando è stato colpito dal colera. "E' un miracolo che sono guarito", dice all'emittente filippina Abc-Cbn news. "Ho perso 20 chili, ma tre mesi fa ero ancora più magro. Praticamente pelle e ossa"; durante i sei mesi di prigionia si è nutrito "solo di riso e pesce".
Per sopravvivere l'ex idraulico originario di Montevarchi ha raccontato di essersi affidato un "foglietto di carta". "Per sentirmi vivo annotavo pensieri rivolti a mia moglie".
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